Tesi magistrale
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583 lines
25 KiB

  1. %%%%%%%%% %%%%%%%%% %%%%%%%%% %%%%%%%%% %%%%%%%%% %%%%%%%%% %%%%%%%%%
  2. \chapter{Apparato sperimentale}
  3. \label{cap:setup}
  4. L'apparato sperimentale realizzato consiste in un microscopio
  5. invertito, progettato con la collaborazione dell'Officina Meccanica
  6. del LENS, che combina l'illuminazione a luce trasmessa con un sistema
  7. di due pinzette ottiche posizionabili elettronicamente e con uno
  8. schema di microscopia di epifluorescenza, in grado di raggiungere
  9. la sensibilità di singola molecola e di alternare diversi schemi
  10. di illuminazione (campo largo, TIRF, HILO).
  11. Una rappresentazione schematica del microscopio è mostrata in figura
  12. \ref{fig:microscope}.
  13. %%%%%%%%% %%%%%%%%% %%%%%%%%% %%%%%%%%% %%%%%%%%% %%%%%%%%% %%%%%%%%%
  14. Il sistema è ottimizzato per consentire la coesistenza e il
  15. funzionamento simultaneo - senza interferenze - dei tre principali
  16. schemi di microscopia e manipolazione:
  17. \begin{description}
  18. \item[Illuminazione a luce trasmessa:] la luce emessa da una
  19. sorgente LED a spettro largo viene collimata da un
  20. condensatore e trasmessa dall'alto verso il basso attraverso
  21. il campione.
  22. L'obiettivo posto sotto il campione raccoglie la luce
  23. trasmessa e ricostruisce un'immagine ingrandita del
  24. contrasto di densità dello stesso.
  25. \item[Pinzette ottiche:] due intensi fasci laser vengono
  26. collimati sul piano focale posteriore dell'obiettivo,
  27. quindi focalizzati sul campione. In questo modo possono
  28. essere usati per intrappolare e manipolare microsfere
  29. in soluzione. La radiazione laser diffusa che attraversa
  30. il campione e viene raccolta dal condensatore può essere
  31. analizzata per monitorare lo stato delle trappole e lo
  32. spostamento dal centro delle sfere intrappolate.
  33. \item[Epifluorescenza:] Un fascio laser di eccitazione viene
  34. focalizzato sul piano focale posteriore dell'obiettivo, e
  35. quindi trasmesso collimato attraverso il campione. La
  36. radiazione di fluorescenza emessa all'indietro dal campione
  37. viene nuovamente raccolta dall'obiettivo e attraverso
  38. un opportuno specchio dicroico disaccoppiata dal fascio
  39. di eccitazione.
  40. \end{description}
  41. \begin{figure}[ht]
  42. \centering
  43. \includegraphics[width=1.1\linewidth]{images/microscope.pdf}
  44. \caption{Schema delle componenti principali del microscopio e dei percorsi
  45. ottici utilizzati. A: luce trasmessa, B: pinzette ottiche, C: epifluorescenza.}
  46. \label{fig:microscope}
  47. \end{figure}
  48. Per evitare interferenze tra i tre schemi è stato necessario
  49. scegliere opportune lunghezze d'onda per la radiazione di
  50. illuminazione e, di conseguenza, appropriati specchi dicroici
  51. e filtri.
  52. L'illuminazione a luce trasmessa è realizzata sfruttando una
  53. sorgente LED con spettro di emissione centrato a \SI{780}{\nm},
  54. le due pinzette ottiche vengono realizzate partendo da un laser
  55. a stato solido Nd:YAG con emissione a \SI{1064}{\nm}. Per la
  56. microscopia di fluorescenza si usano per l'eccitazione sorgenti
  57. laser a diodo alle lunghezze d'onda di \SIlist{488;532;635}{\nm} e
  58. l'emissione dei fluorofori fino a \SI{700}{\nm} può essere raccolta
  59. e disaccopiata dall'illuminazione a luce trasmessa.
  60. \section{Microscopio e traslatori}
  61. Gli elementi ottici e optomeccanici principali che costituiscono
  62. il microscopio sono assemblati su una struttura metallica
  63. personalizzata, realizzata dall'Officina Meccanica del LENS.
  64. Questa struttura è poggiata su un tavolo ottico attraverso quattro
  65. elastomeri termoplastici (Newport NewDamp™) in grado di attenuare
  66. significativamente le vibrazioni meccaniche.
  67. Il tavolo ottico (Melles-Griot) è a sua volta isolato dal pavimento
  68. attraverso un sistema di smorzamento attivo ad aria compressa.
  69. Una miscela in soluzione acquosa delle varie molecole necessarie
  70. per gli esperimenti viene caricata in una camera di reazione
  71. realizzata tra due vetrini (portaoggetti e coprioggetti).
  72. Il preparato così assemblato viene fissato nel microscopio, attraverso
  73. quattro viti, su un tavolino traslatore (il \textit{traslatore corto
  74. raggio} in figura \ref{fig:microscope}), trovandosi quindi tra il
  75. \textit{condensatore} e l'\textit{obiettivo}.
  76. Per gli scopi di questa tesi sono stati usati due obiettivi
  77. differenti:
  78. \begin{itemize}
  79. \item Un obiettivo planapocromatico 60x a immersione ad acqua,
  80. con alta apertura numerica ($NA = 1.22$) e distanza di lavoro
  81. di \SI{0.2}{\mm} (Nikon)
  82. \item Un obiettivo TIRF (??) a immersione a olio (Nikon)
  83. \end{itemize}
  84. Il primo obiettivo presenta le caratteristiche migliori per quanto
  85. riguarda l'efficienza delle pinzette ottiche, anche a profondità
  86. significative all'interno del campione.
  87. Il secondo obiettivo invece permette la realizzazione di schemi di
  88. illuminazione TIRF, al prezzo di un'efficienza delle pinzette ottiche
  89. che decresce rapidamente all'aumentare del volume di campione
  90. attraversato.
  91. La posizione del campione rispetto al centro del percorso ottico
  92. può essere modificata attraverso due traslatori controllati
  93. elettronicamente, uno di tipo piezoelettrico (Physik Instrumente,
  94. P-527)
  95. per spostamenti veloci e con risoluzione nanometrica, con una corsa di
  96. \SI{100}{\um} per asse, e uno di tipo motore passo-passo
  97. (Steinmeyer, KDT105-PM) per spostamenti macroscopici con una corsa di \SI{50}{\mm} per asse.
  98. Il piano focale può essere modificato variando la posizione
  99. dell'obiettivo, grazie a un posizionatore verticale piezoelettrico
  100. (Physik Instrumente, PIFOC™ P-725) con con una corsa di \SI{400}{\um}
  101. e risoluzione nanometrica. Il microscopio è stato progettato in modo
  102. che al centro della corsa il piano focale si trovi in corrispondenza
  103. della superficie interna del vetrino portaoggetti (per un campione
  104. preparato nel modo descritto nei paragrafi precedenti).
  105. I posizionatori piezoelettrici per lo stage XY e per l'obiettivo
  106. sono connessi a due moduli elettronici di controllo (rispettivamente
  107. E-517 e E-665) e dotati di sensori che permettono il funzionamento in
  108. modalità a ciclo chiuso. I motori passo-passo del traslatore a lungo
  109. raggio sono invece controllati da un modulo elettronico fornito da
  110. Galil Motion Control e equipaggiati di un \textit{encoder} che
  111. permette la selezione e il monitoraggio della velocità di spostamento.
  112. Le tre unità di controllo sono connesse ad un PC mediante interfaccia
  113. seriale RS232 e possono essere programmate e controllate usando
  114. i protocolli di comunicazione GCS per i moduli Physik Instrumente
  115. e GC \cite{gclib} per il modulo Galil Motion Control.
  116. Per semplificare l'utilizzo dei tre gli attuatori durante
  117. la manipolazione di un campione è stato sviluppato un software
  118. in ambiente LabVIEW che implementa i protocolli di comunicazione
  119. richiesti.
  120. In particolare il software sviluppato consente di utilizzare
  121. levette analogiche e cursori di un \textit{controller} della console
  122. Xbox 360 (Microsoft) per inviare comandi agli attuatori, rendendo la
  123. manipolazione del campione particolarmente semplice e intuitiva.
  124. \section{Illuminazione a luce trasmessa}
  125. La radiazione emessa da un LED ad alta intensità (Thorlabs, M780L3)
  126. con picco di emissione centrato nell'infrarosso, a \SI{780}{nm},
  127. viene filtrata con un filtro passa-basso (Thorlabs, FEHL0750) in modo
  128. da sopprimere l'emissione a lunghezze d'onda inferiori a \SI{750}{nm}
  129. che andrebbe a interferire con il rilevamento della fluorescenza.
  130. Successivamente, con l'ausilio di una singola lente e un accoppiatore
  131. in fibra (Thorlabs), la radiazione emessa dal LED e filtrata
  132. viene immessa in una fibra ottica e trasportata in corrispondenza del
  133. microscopio. All'altra estremità della fibra un sistema formato da un
  134. collimatore, un diaframma e una lente aggiusta le dimensioni e la
  135. divergenza del fascio di illuminazione, direzionandolo collimato verso
  136. il piano focale posteriore del condensatore.
  137. Il fascio di illuminazione viene quindi focalizzato sul campione, lo
  138. attraversa e la radiazione trasmessa e diffusa viene raccolta
  139. dall'obiettivo.
  140. Gli obiettivi usati sono corretti all'infinito, questo significa
  141. che i raggi in uscita dall'obiettivo sono collimati.
  142. Inserendo nel percorso ottico una \textit{lente di tubo} l'immagine
  143. viene messa a fuoco in un piano ben preciso.
  144. La distanza focale dell'obiettivo è di \SI{3.3}{\mm}, quella della
  145. lente di tubo di \SI{250}{\mm}.
  146. Otteniamo quindi la formazione di un immagine del piano del campione
  147. selezionato a una distanza di \SI{250}{\mm} dalla lente e con un
  148. fattore di ingrandimento $M = 250/3.3 \approx 75$.
  149. Questa immagine viene ulteriormente ingrandita mediante l'uso di
  150. un'ulteriore lente con distanza focale \SI{75}{\mm} posta a
  151. \SI{350}{mm} dalla lente di tubo.
  152. In questo modo si ottiene, a una distanza di \SI{30}{\cm} dall'ultima
  153. lente, un ulteriore ingrandimento di un fattore
  154. $M' = 300 / (350-250) = 3$.
  155. A questa distanza l'immagine viene
  156. rilevata, dopo aver diviso il cammino ottico in due rami con un
  157. \textit{beam-splitter}, da due sensori CMOS monocromatici
  158. (Thorlabs DCC1545M).
  159. La potenza viene suddivisa tra i due sensori secondo il rapporto
  160. 90:10. Il sensore che riceve la frazione maggiore di potenza sarà
  161. utilizzato per il sistema attivo di stabilizzazione meccanica (descritto
  162. in sezione \ref{sec:stabilization}), l'altro sensore verrà utilizzato
  163. per mostrare costantemente su un monitor la situazione del campione.
  164. I sensori CMOS usati hanno una risoluzione di \SI{1280x1024}{pixel} e
  165. un'area attiva di \SI{6.66x5.32}{\mm}, corrispondenti a una dimensione
  166. di \SI{5.2x5.2}{\um} per ogni pixel. La massima risoluzione temporale
  167. per acquisire un'immagine completa è di \SI{30}{fps}, ma è possibile
  168. ottenere risoluzioni più elevate riducendo la dimensione della regione
  169. d'interesse.
  170. Tenendo conto del fattore complessivo di ingrandimento
  171. ($75\times 3 = 225$) un'immagine completa corrisponde a una regione
  172. del campione \SI{30x24}{\um}, la dimensione di un singolo pixel
  173. corrisponde invece ad un quadrato di lato \SI{23}{\nm} sul campione.
  174. I valori corretti possono essere determinati solo sperimentalmente
  175. dopo aver fissato l'allineamento del percorso ottico e delle
  176. telecamere.
  177. Per ottenere i fattori reali di conversione tra pixel e dimensioni
  178. sul campione è stato sviluppato un programma in ampiente LabVIEW che,
  179. sfruttando una microsfera immobilizzata sul vetrino portaoggetti,
  180. consente di eseguire una calibrazione assistita.
  181. \section{Pinzette ottiche}
  182. Il fascio \textit{laser} collimato in uscita da una sorgente
  183. \ce{Nd}:\ce{YVO4} attraversa immediatamente una serie di due isolatori
  184. ottici, necessari per ridurre al minimo le instabilità della sorgente
  185. dovute alla retro-riflessione.
  186. Successivamente, dopo aver attraversato una lamina $\lambda/2$,
  187. viene diviso in due fasci ortogonali da un cubo polarizzatore.
  188. I due fasci avranno polarizzazioni parallele o perpendicolari rispetto
  189. alla superficie del tavolo ottico, e la lamina $\lambda/2$ consente di
  190. modificare la ripartizione di potenza tra i due rami.
  191. I due rami vengono ricombinati utilizzando un secondo cubo
  192. polarizzatore, dopo aver attraversato due modulatori acusto-ottici
  193. (\textit{Acousto Optic Modulator, AOM}).
  194. Gli AOM vengono realizzati ponendo un cristallo di diossido
  195. di tellurio (\ce{TeO2}) in contatto
  196. con un trasduttore piezoelettrico: la radiofrequenza trasmessa al
  197. trasduttore consente l'instaurazione di un onda stazionaria acustica
  198. all'interno del cristallo, che si comporta sostanzialmente come un
  199. reticolo di diffrazione. Variando l'ampiezza e la frequenza del
  200. segnale
  201. elettrico inviato agli AOM è possibile modificare le caratteristiche
  202. dell'onda acustica stazionaria nel cristallo, e quindi ottenere una
  203. deflessione e una modulazione del fascio in uscita.
  204. Gli elementi ottici sono allineati in modo che quanto a entrambi
  205. gli AOM viene applicata una radiofrequenza di \SI{75}{MHz} i due rami
  206. incidano perpendicolarmente sull'ultimo cubo polarizzatore e proseguano
  207. il loro percorso esattamente sovrapposti (linea continua nella
  208. figura \ref{fig:aom}).
  209. \begin{figure}[ht]
  210. \centering
  211. \includegraphics[width=\linewidth]{images/aom.pdf}
  212. \caption{Schema per la realizzazione di due pinzette ottiche
  213. indipendenti.}
  214. \label{fig:aom}
  215. \end{figure}
  216. Una coppia di lenti piano-convesse incrementa la dimensione del fascio
  217. e rende il
  218. piano focale posteriore dell'obiettivo coniugato con il piano
  219. delle uscite degli AOM. In questo modo, per qualsiasi deflessione
  220. angolare introdotta sui due rami i fasci delle due trappole
  221. passeranno sempre collimati per il centro del piano focale posteriore
  222. dell'obiettivo, con angolo d'incidenza dipendente dalla radiofrequenza
  223. applicata. I fasci, quindi, attraversano l'obiettivo e vengono
  224. focalizzati dentro il campione propagandosi parallelamente all'asse
  225. ottico principale. La variazione di angolo di incidenza nel piano
  226. focale posteriore dell'obiettivo si tradue in uno spostamento
  227. orizzontale dei fasci nel piano del campione: in questo modo,
  228. regolando la radiofrequenza degli AOM è possibile spostare la posizione
  229. delle trappole lungo una linea orizzontale all'interno del campione.
  230. I fattori di conversione tra posizione della trappola nel campione e
  231. frequenza inviata all'AOM, determinati dalle caratteristiche degli AOM
  232. e dalla geometria del sistema ottico, vengono determinati a posteriori
  233. visualizzando microsfere intrappolate e creando rette di calibrazione.
  234. I modulatori acusto-ottici utilizzati (AA Opto-Electronic, DTSXY-250)
  235. sfruttano onde acustiche di taglio e richiedono una polarizzazione
  236. in ingresso lineare e perpendicolare all'onda acustica.
  237. Per questo nel percorso ottico vengono aggiunte due ulteriori
  238. lamine $\lambda / 2$: una permette di aver per entrambi gli AOM la
  239. stessa polarizzazione in ingresso, la seconda ruota nuovamente di
  240. \SI{90}{\degree} la polarizzazione di uno dei due fasci in modo che
  241. abbiano polarizzazione ortogonali prima di ricombinarsi.
  242. L'intervallo di scansione angolare consentito da questi AOM è di circa
  243. \SI{2.8}{\degree}, corrispondenti a variazioni di \SI{50}{\MHz} nella
  244. radiofrequenza fornita. Lungo questo intervallo l'efficienza dell'AOM,
  245. ovvero la frazione di fascio deflessa nel primo ordine di diffrazione,
  246. può variare significativamente. Questo dipendenza può essere nociva
  247. per gli esperimenti con le pinzette ottiche: se l'intensità
  248. dei fasci non è uniforme per tutte le posizioni della trappola,
  249. la rigidità di essa varierà durante gli spostamenti, rendendo
  250. difficile la manipolazione del campione attraverso lunghe distanze e
  251. potenzialmente falsando i risultati degli esperimenti.
  252. Variando l'angolo di incidenza del fascio rispetto all'AOM è possibile
  253. ottimizzare questa dipendenza intorno a un intervallo di deflessioni
  254. angolari di nostro interesse. Resta comunque una variazione non
  255. trascurabile della rigidità delle trappole in funzione della posizione
  256. e per tenerne conto si utilizza un'apposita procedura di calibrazione
  257. in cui la rigidità viene misurata osservando la diffusione di una
  258. microsfera nella trappola, per una griglia equispaziata di punti.
  259. Per poter osservare e registrare gli spostamenti delle microsfere
  260. nella trappole così realizzate è stato implementato un sistema
  261. di rilevamento della radiazione diffusa nel piano focale posteriore
  262. (\textit{back-focal plane detection}, BFPD).
  263. \begin{figure}[ht]
  264. \centering
  265. \includegraphics[width=\linewidth]{images/bfp.pdf}
  266. \caption{Principio di funzionamento della \textit{back-focal-plane detection} e andamento della sensibilità al variare della
  267. dimensione dello \textit{spot}}
  268. \label{fig:my_label}
  269. \end{figure}
  270. Il profilo d'intensità della luce diffusa in avanti da una microsfera
  271. in una trappola ottica, rilevato nel piano focale posteriore, permette
  272. di conoscere la posizione relativa della microsfera rispetto al centro
  273. della trappola, senza dipendere (in condizioni ideali) dalla posizione
  274. assoluta della trappola nel campione.
  275. Per sfruttare questa proprietà la radiazione a \SI{1064}{\nm} è
  276. estratta dal cammino ottico successivo al condensatore grazie ad uno
  277. specchio dicroico. Successivamente le due polarizzazioni,
  278. corrispondenti alle due trappole, vengono separate da un cubo
  279. polarizzatore, e inviate rispettivamente a due fotodiodi a quadranti
  280. (\textit{Quadrant Photodiode Detector, QPD}), posizionati in un piano
  281. coniugato con il piano focale posteriore del condensatore.
  282. In questo piano la distribuzione spaziale del campo elettrico è data
  283. dalla trasformata di Fourier del campo in corrispondenza del piano
  284. del campione messo a fuoco. È possibile dimostrare che nel caso di
  285. una sfera spostata rispetto al centro della trappola l'asimmetria del
  286. profilo d'intensità nel piano focale posteriore sarà direttamente
  287. proporzionale allo spostamento della sfera rispetto al centro
  288. della trappola. Grazie ai due QPD possiamo quindi quantificare
  289. l'asimmetria del profilo d'intensità della radiazione diffusa
  290. in avanti lungo due assi ortogonali, ottenendo letture proporzionali
  291. agli spostamenti relativi della microsfera. Queste letture vengono
  292. prodotte da un sistema di amplificatori differenziali che opera
  293. sui quattro quadranti, producendo in uscita segnali la cui tensione,
  294. dopo opportuna calibrazione, può essere messa in relazione allo
  295. spostamento della microsfera.
  296. \begin{figure}[ht]
  297. \centering
  298. \includegraphics[width=\textwidth]{images/qpd.pdf}
  299. \caption{Schema per la rilevazione della posizione relativa
  300. della microsfera.}
  301. \label{fig:qpd}
  302. \end{figure}
  303. Maggiori dettagli sull'elettronica che consente il controllo
  304. della deflessione attraverso gli AOM e la lettura del segnale
  305. dei QPD sono forniti nell'appendice \ref{app:electronics}, mentre
  306. le procedure di calibrazione sono trattate nella sezione
  307. \ref{sec:calibration}.
  308. \section{Fluorescenza}
  309. Il percorso di eccitazione per la microscopia di fluorescenza
  310. è realizzato a partire da tre sorgenti \textit{laser}:
  311. \begin{itemize}
  312. \item \textbf{\SI[detect-weight = true]{488}{\nm}:}
  313. Cobolt MLD™ 488, con potenza regolabile tra
  314. \SIlist{0;60}{\mW} attraverso programma di controllo.
  315. \item \textbf{\SI[detect-weight = true]{532}{\nm}:}
  316. Coherent Sapphire, con potenza regolabile tra
  317. \SIlist{0;200}{\mW} attraverso manopola di controllo.
  318. \item \textbf{\SI[detect-weight = true]{635}{\nm}:}
  319. Blue Sky Research FTEC-2-635, con potenza regolabile tra
  320. \SIlist{0;60}{mW} attraverso modulazione analogica in
  321. tensione.
  322. \end{itemize}
  323. Le tre sorgenti si trovano fuori dal tavolo ottico e la radiazione
  324. viene trasportata attraverso tre fibre ottiche.
  325. Sul tavolo ottico la radiazione viene emessa nello spazio libero
  326. tramite tre collimatori con specifiche diverse.
  327. \begin{table}[ht]
  328. \centering
  329. \begin{tabular}{c c c c}
  330. \toprule
  331. $\lambda [\si{\nm}]$ & f [\si{\mm}] & $(\textrm{BD})_{1/e^2} ~[\si{\mm}]$ & M\\
  332. \midrule
  333. 488 & 4 & 0.49 & 3.33x\\
  334. 532 & 11 & 1.57 &\\
  335. 635 & 6 & 1.07 & 1.66x\\
  336. \bottomrule
  337. \end{tabular}
  338. \caption{Collimatori usati per estrarre i fasci alle varie
  339. lunghezzed d'onda, con distanza focale indicata dal costruttore
  340. (f) e diametro del fascio (BD) misurato mediante \textit{fit}
  341. gaussiano del suo profilo d'intensità.}
  342. \label{tab:my_label}
  343. \end{table}
  344. I fasci a \SIlist{488;635}{\nm} vengono ingranditi mediante
  345. due telescopi realizzati con lenti piano-convesse.
  346. L'emissione dei laser a diodo deve essere filtrata attraverso
  347. filtri passa-banda stretti per evitare che radiazione a lunghezze
  348. d'onda spurie diffonda nel campione e contamini l'emissione di
  349. fluroescenza.
  350. I tre fasci laser vengono combinati in un unico percorso ottico e
  351. ingranditi di un fattore 10x per mezzo di un ulteriore telescopio
  352. sul percorso comune, raggiungendo un diametro $\approx \SI{2}{\cm}$.
  353. I fasci combinati sono focalizzati sul piano focale posteriore
  354. dell'obiettivo da una lente con $f = \SI{500}{\mm}$, ottenendo
  355. un fattore di scala di circa $1/150$ e quindi un diametro
  356. $(\textrm{BD})_{1/e^2}$ sul campione di circa \SI{130}{\um}.
  357. Per immettere i fasci di eccitazione nel cammino ottico che porta
  358. all'obiettivo si usa un dicroico di fluorescenza a tre bande,
  359. in grado di riflettere le tre lunghezze d'onda di eccitazione e
  360. trasmettere tre finestre di emissione nel quale ricadono i fluorofori
  361. più comuni.
  362. La fluorescenza riemessa all'indietro dal campione, e quindi trasmessa
  363. dal dicroico di fluorescenza, è combinata con l'illuminazione a luce
  364. trasmessa, da cui sarà disaccopiata per mezzo di un successivo
  365. dicroico.
  366. Il percorso di raccolta dell'emissione di fluorescenza, infatti,
  367. condivide la stesse ottiche di ingrandimento con il percorso di
  368. raccolta della luce trasmessa e quindi lo stesso fattore di
  369. ingrandimento $\approx 225x$.
  370. Uno specchio dicroico con frequenza di taglio di \SI{705}{\nm}
  371. viene utilizzato per estrarre l'emissione di fluorescenza dal
  372. cammino di raccolta e indirizzarla verso il sensore di una fotocamera
  373. di tipo \textit{Electron-Multiplying Charged Coupled Device (EmCCD)}.
  374. La regione attiva del sensore è di \SI{8.19x8.19}{\mm},
  375. corrispondente ad un quadrato di lato \SI{36}{\um}. Il diametro
  376. del fascio di eccitazione è significativamente maggiore di questo
  377. valore per massimizzare l'uniformità della potenza con la quale
  378. la regione di interesse viene illuminata.
  379. La camera usata per la rilevazione della fluorescenza è una
  380. ImagEM X2 C9100-23B (Hamamatsu) con sensibilità del singolo
  381. fotoelettrone.
  382. Per poter realizzare gli schemi di illuminazione HILO e TIRF è stato
  383. introdotto, nella parte terminale del percorso di eccitazione, prima
  384. del filtro dicroico, uno specchio mobile controllato elettronicamente.
  385. Azionando questo specchio è possibile ottenere uno spostamento
  386. orizzontale del fascio di eccitazione, e quindi, poiché esso
  387. attraverserà il piano focale posteriore dell'obiettivo in un punto
  388. diverso dal suo centro, si avrà una deflessione angolare del fascio di
  389. eccitazione in uscita dall'obiettivo.
  390. \begin{sidewaysfigure}
  391. \includegraphics[width=1.0\linewidth]{images/Setup.pdf}
  392. \caption{Vista d'insieme dell'apparato sperimentale}
  393. \label{fig:setup}
  394. \end{sidewaysfigure}
  395. \begin{sidewaystable}
  396. \centering
  397. \begin{tabular}{>{\tt}l l l >{\it}l l}
  398. \toprule
  399. Code & Type & Usage & Parameters & Product ID\\
  400. \midrule
  401. \multicolumn{5}{l}{\it Fluorescence Excitation Path}\\
  402. F-Clean635
  403. & Bandpass Filter
  404. & \SI{635}{\nm} laser clean-up
  405. & $\lambda_{centr}: \SI{640}{\nm},
  406. bw: \SI{14}{\nm}$
  407. & FF01-640/14-25\\
  408. L-TS1a
  409. & Plano-Convex Spherical Lens
  410. & Telescope for \SI{635}{\nm} laser
  411. & f: \SI{0}{\mm}
  412. & \\
  413. L-TS1b
  414. & &
  415. & f: \SI{0}{\mm}
  416. & \\
  417. L-TS2a
  418. &
  419. & Telescope for \SI{488}{\nm} laser
  420. & f: \SI{0}{\mm}
  421. & \\
  422. L-TS2b
  423. & &
  424. & f: \SI{0}{\mm}
  425. & \\
  426. DIC-532
  427. & Single-edge Dichroic Filter
  428. & Excitation beam multiplexing
  429. & $\lambda_{edge}: \SI{532}{\nm}$
  430. & Di02-R532-25-D\\
  431. DIC-488
  432. & &
  433. & $\lambda_{edge}: \SI{488}{\nm}$
  434. & Di02-R488-25-D\\
  435. L-TS3a
  436. & Achromatic Doublet
  437. & Telescope for comb. ex. lasers
  438. & f: \SI{0}{\mm}
  439. & \\
  440. L-TS3b
  441. & &
  442. & f: \SI{0}{\mm}
  443. & \\
  444. L-Exc
  445. &
  446. & Excitation beam focusing
  447. & f: \SI{0}{\mm}
  448. & \\
  449. DIC-Fluor
  450. & Quad-edge Dichroic Filter
  451. & Excitation/Emission separation
  452. & $\lambda_{edge}: \SIlist{405;488;532;635}{\nm}$
  453. & Di03-R405/488/532/635-t1 \\
  454. \multicolumn{5}{l}{\it Tweezers Path}\\
  455. L-TS4a
  456. & Plano-Convex Spherical Lens
  457. & Telescope matching isolator size
  458. & f: \SI{0}{\mm}
  459. & \\
  460. L-TS4b
  461. & &
  462. & f: \SI{0}{\mm}
  463. & \\
  464. L-TS5a
  465. & Plano-Convex Spherical Lens
  466. & Telescope after isolator
  467. & f: \SI{0}{\mm}
  468. & \\
  469. L-TS5b
  470. & &
  471. & f: \SI{0}{\mm}
  472. & \\
  473. L-Twz1
  474. & Plano-Convex Spherical Lens
  475. & Telescope after isolator
  476. & f: \SI{0}{\mm}
  477. & \\
  478. L-Twz2
  479. & &
  480. & f: \SI{0}{\mm}
  481. & \\
  482. DIC-Twz1
  483. & Single-edge Dichroic Filter
  484. & Tweezer beam insertion
  485. & $\lambda_{edge}: \SI{1064}{\nm}$
  486. & \\
  487. \multicolumn{5}{l}{\it Imaging Path}\\
  488. L-Im1
  489. & Tube Lens
  490. & Tube Lens
  491. & f: \SI{0}{\mm}
  492. & \\
  493. L-Im2
  494. & Imaging Lens
  495. & Imaging Lens
  496. & f: \SI{0}{\mm}
  497. & \\
  498. DIC-BF
  499. & Single-edge Dichroic Filter
  500. & Fluorescence/Brightfield demux
  501. & $\lambda_{edge}: \SI{705}{\nm}$
  502. & FF705-Di01-25x36\\
  503. F-BlockBF
  504. & Shortpass Filter
  505. & Residual brightfield suppression
  506. & $\lambda_{cut}: \SI{700}{\nm}$
  507. & FESH0700\\
  508. F-Emiss
  509. & Quad-band bandpass Filter
  510. & Fluorophore emission filtering
  511. & $\lambda_{centr}: \SIlist{446;510;581;703}{\nm}$
  512. & FF01-446/510/581/703\\
  513. F-BlockTwz
  514. & Bandstop filter
  515. & Fluorophore emission filtering
  516. & $\lambda_{centr}: \SIlist{446;510;581;703}{\nm}$
  517. & FF01-446/510/581/703\\
  518. \end{tabular}
  519. \caption{Caption}
  520. \label{tab:optical_components}
  521. \end{sidewaystable}