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lorenzo.zolfanelli93 4 years ago
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@ -170,8 +170,10 @@ Questa immagine viene ulteriormente ingrandita mediante l'uso di
un'ulteriore lente con distanza focale \SI{75}{\mm} posta a
\SI{350}{mm} dalla lente di tubo.
In questo modo si ottiene, a una distanza di \SI{30}{\cm} dall'ultima
lente un ulteriore ingrandimento di un fattore $M' = $
dalla lente di tubo. catturata, dopo aver attraversato un
lente, un ulteriore ingrandimento di un fattore
$M' = 300 / (350-250) = 3$.
A questa distanza l'immagine viene
rilevata, dopo aver diviso il cammino ottico in due rami con un
\textit{beam-splitter}, da due sensori CMOS monocromatici
(Thorlabs DCC1545M).
La potenza viene suddivisa tra i due sensori secondo il rapporto
@ -197,11 +199,13 @@ modificare la ripartizione di potenza tra i due rami.
I due rami vengono ricombinati utilizzando un secondo cubo
polarizzatore, dopo aver attraversato due modulatori acusto-ottici
(\textit{Acousto Optic Modulator, AOM}).
Gli AOM vengono realizzati ponendo un cristallo di quarzo in contatto
Gli AOM vengono realizzati ponendo un cristallo di diossido
di tellurio (\ce{TeO2}) in contatto
con un trasduttore piezoelettrico: la radiofrequenza trasmessa al
trasduttore consente l'instaurazione di un onda stazionaria acustica
all'interno del cristallo, che si comporta sostanzialmente come un
reticolo di diffrazione. Variando l'ampiezza e la frequenza del segnale
reticolo di diffrazione. Variando l'ampiezza e la frequenza del
segnale
elettrico inviato agli AOM è possibile modificare le caratteristiche
dell'onda acustica stazionaria nel cristallo, e quindi ottenere una
deflessione e una modulazione del fascio in uscita.
@ -215,7 +219,8 @@ figura \ref{fig:aom}).
\begin{figure}[ht]
\centering
\includegraphics[width=\linewidth]{images/aom.pdf}
\caption{Caption}
\caption{Schema per la realizzazione di due pinzette ottiche
indipendenti.}
\label{fig:aom}
\end{figure}
@ -239,7 +244,57 @@ frequenza inviata all'AOM, determinati dalle caratteristiche degli AOM
e dalla geometria del sistema ottico, vengono determinati a posteriori
visualizzando microsfere intrappolate e creando rette di calibrazione.
I modulatori acusto-ottici utilizzati (AA Opto-Electronic, DTSXY-250)
sfruttano onde acustiche di taglio e richiedono una polarizzazione
in ingresso lineare e perpendicolare all'onda acustica.
Per questo nel percorso ottico vengono aggiunte due ulteriori
lamine $\lambda / 2$: una permette di aver per entrambi gli AOM la
stessa polarizzazione in ingresso, la seconda ruota nuovamente di
\SI{90}{\degree} la polarizzazione di uno dei due fasci in modo che
abbiano polarizzazione ortogonali prima di ricombinarsi.
L'intervallo di scansione angolare consentito da questi AOM è di circa
\SI{2.8}{\degree}, corrispondenti a variazioni di \SI{50}{\MHz} nella
radiofrequenza fornita. Lungo questo intervallo l'efficienza dell'AOM,
ovvero la frazione di fascio deflessa nel primo ordine di diffrazione,
può variare significativamente. Questo dipendenza può essere nociva
per gli esperimenti con le pinzette ottiche: se l'intensità
dei fasci non è uniforme per tutte le posizioni della trappola,
la rigidità di essa varierà durante gli spostamenti, rendendo
difficile la manipolazione del campione attraverso lunghe distanze e
potenzialmente falsando i risultati degli esperimenti.
Variando l'angolo di incidenza del fascio rispetto all'AOM è possibile
ottimizzare questa dipendenza intorno a un intervallo di deflessioni
angolari di nostro interesse. Resta comunque una variazione non
trascurabile della rigidità delle trappole in funzione della posizione
e per tenerne conto si utilizza un'apposita procedura di calibrazione
in cui la rigidità viene misurata osservando la diffusione di una
microsfera nella trappola, per una griglia equispaziata di punti.
Per poter osservare e registrare gli spostamenti delle microsfere
nella trappole così realizzate è stato implementato un sistema
di rilevamento della radiazione diffusa nel piano focale posteriore
(\textit{back-focal plane detection}, BFPD).
Il profilo d'intensità della luce diffusa in avanti da una microsfera
in una trappola ottica, rilevato nel piano focale posteriore, permette
di conoscere la posizione relativa della microsfera rispetto al centro
della trappola, senza dipendere (in condizioni ideali) dalla posizione
assoluta della trappola nel campione.
Per sfruttare questa proprietà la radiazione a \SI{1064}{\nm} è
estratta dal cammino ottico successivo al condensatore grazie ad uno
specchio dicroico. Successivamente le due polarizzazioni,
corrispondenti alle due trappole, vengono separate da un cubo
polarizzatore, e inviate rispettivamente a due fotodiodi a quadranti
(\textit{Quadrant Photodiode Detector, QPD}), posizionati in un piano
coniugato con il piano focale posteriore del condensatore.
In questo piano la distribuzione spaziale del campo elettrico è data
dalla trasformata di Fourier del campo in corrispondenza del piano
del campione messo a fuoco. È possibile dimostrare che nel caso di
una sfera spostata rispetto al centro della trappola l'asimmetria del
profilo d'intensità nel piano focale posteriore sarà direttamente
proporzionale allo spostamento della sfera rispetto al centro
della trappola. Grazie ai due QPD
\section{Force-clamp}


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