Tesi magistrale
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133 lines
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  1. \chapter{Conclusione e prospettive future}
  2. \label{cap:results}
  3. Nello svolgimento di questo lavoro di tesi è stata esplorata la possibilità
  4. di utilizzare tecniche di microscopia e manipolazione ottica avanzate e
  5. ultraveloci per caratterizzare le proprietà meccaniche di complessi di
  6. biomolecole interagenti.
  7. Queste proprietà, in particolare la modulabilità delle proprietà dinamiche
  8. delle interazioni attraverso l'applicazione di stimoli meccanici controllati,
  9. sono alla base della \textit{meccanotrasduzione}, ovvero di ogni processo
  10. che consente la traduzione di un segnale di tipo meccanico in segnali
  11. biochimici capaci di alterare il funzionamento di cellule e organismi.
  12. Per decifrare i meccanismi fondamentali alla base della meccanotrasduzione
  13. è stato considerato un approccio in cui un insieme minimo
  14. ``funzionale'' di biomolecole viene isolato dal resto del rumoroso ambiente
  15. cellulare, in modo da poter controllare con estrema precisione la posizione
  16. e il numero delle molecole interagenti, e da poter rilevare e caratterizzare
  17. anche interazioni transienti e di breve intensità, con tempi di vita media
  18. inferiori al millisecondo.
  19. La scelta di un approccio di questo tipo, se da una parte consente
  20. l'osservazione e la caratterizzazione di meccanismi di interazione altrimenti
  21. invisibili, è però intrinsecamente limitata dalla necessità di porre il
  22. sistema in condizioni molto diverse da quelle fisiologiche, in cui un numero
  23. elevato di molecole diverse in natura è responsabile delle proprietà
  24. meccaniche dei tessuti cellulari e della formazione e modulazione di segnali
  25. biochimici.
  26. Con questo lavoro di tesi si è voluto mostrare come questa limitazione sia
  27. tecnicamente superabile andando ad accoppiare, a tecniche di spettroscopia
  28. di forza già regolarmente utilizzate, schemi di microscopia di singola
  29. molecola.
  30. Così facendo, infatti, è possibile aumentare il numero di molecole
  31. osservate nello stesso tempo: mentre l'interazione tra due molecole viene
  32. monitorata accuratamente sotto condizioni meccaniche controllate,
  33. l'eventuale attivazione di cofattori terzi interagenti può essere rilevata
  34. grazie alla microscopia di fluorescenza.
  35. Correlando temporalmente queste due informazioni in un unico esperimento, è
  36. possibile caratterizzare e quantificare un insieme di meccanismi fondamentali
  37. per la meccanotrasduzione molto più ampio di quello esplorabile con le
  38. due tecniche separatamente.
  39. Per combinare efficacemente un sistema di spettroscopia di forza
  40. ultraveloce basato su pinzette ottiche con schemi di microscopia di singola
  41. molecola è necessario confrontarsi con una serie di limitazioni sia di
  42. natura ingegneristica che teorica.
  43. In particolare, è necessario evitare ogni possibile \textit{crosstalk} tra
  44. le differenti modalità di acquisizione usate allo stesso tempo senza però
  45. ridurre la qualità, in termini di rapporto segnale/rumore,
  46. dei dati acquisiti.
  47. Per questo motivo, anche se le tecniche di microscopia di singola molecola
  48. e di spettroscopia di forza risultano usate routinariamente da qualche
  49. tempo, non è stata ancora ancora sufficientemente esplorata la possibilità
  50. di un loro uso combinato in biofisica.
  51. Con questo lavoro di tesi si è realizzato un apparato di misura in grado
  52. di combinare la rilevazione in fluorescenza di singola molecola alla
  53. spettroscopia di forza \textit{force-clamp}, dimostrando la possibilità
  54. di ottenere misure di interazione con la stessa precisione e sensibilità
  55. raggiungibili in un apparato di spettroscopia force-clamp isolato.
  56. Inoltre, è stata esplorata la possibilità di sfruttare le proprietà ottiche
  57. dei materiali usati negli esperimenti per incrementare il rapporto
  58. segnale/rumore in microscopia di fluorescenza. A questo riguardo, ulteriori
  59. approfondimenti sulla possibilità di usare microsfere dielettriche come
  60. risuonatori ottici si rendono necessari e potranno essere oggetto di uno
  61. studio futuro.
  62. Un sistema sul quale può essere estremamente proficuo applicare questo tipo
  63. di misurazioni è quello delle giunzioni cellulari, in particolare quelle
  64. \textit{aderenti} o \textit{occludenti}, dove l'interazione tra diverse specie
  65. di proteine è fondamentale per ottenere un ampia gamma di proprietà meccaniche
  66. osservabili nei tessuti viventi. In questi sistemi, nonostante la complessità
  67. e varietà degli effetti macroscopici osservabili, è ancora possibile
  68. individuare sottoinsiemi di specie di proteine sufficientemente limitati per
  69. poter essere studiati con un metodo come quello descritto in questo lavoro.
  70. Le giunzioni cellulari presentano ancora molti aspetti incompresi, soprattutto
  71. manca ancora una accurata descrizione a livello molecolare dei meccanismi
  72. di interazione responsabili della meccanotrasduzione. Proprio per questo
  73. motivo rappresentano un ottimo banco di prova per l'applicazione delle
  74. metodiche descritte.
  75. Per quanto riguarda le \textit{giunzioni aderenti},
  76. l'osservazione diretta di come il legame tra le proteine \textit{vinculina}
  77. e $\alpha$\textit{-catenina} possa modulare l'interazione di quest'ultima
  78. con i filamenti di \textit{actina} potrebbe permettere di determinare il ruolo,
  79. ancora non chiaro, della \textit{vinculina} nella regolazione delle proprietà
  80. della giunzione. Una realizzazione sperimentale di questa misura
  81. è possibile utilizzando l'apparato realizzato e marcando con una sonda
  82. fluorescente la \textit{vinculina}, mentre allo stesso tempo la cinetica
  83. dell'interazione actina-$\alpha$\textit{-catenina} viene registrata con il
  84. sistema di spettroscopia \textit{force-clamp} (figura \ref{fig:exp_aj}).
  85. \begin{figure}[ht]
  86. \centering
  87. \includegraphics[width=0.6\linewidth]{images/exp_aj.pdf}
  88. \caption{Ipotesi di esperimento per lo studio dell'interazione tra
  89. alfa-catenina, actina e vinculina.}
  90. \label{fig:exp_aj}
  91. \end{figure}
  92. Analogamente, nel caso delle \textit{giunzioni occludenti},
  93. il ruolo della proteina \textit{cingulina} nel regolare l'attività della
  94. proteina ZO-1, responsabile di connettere il dominio extra-cellulare della
  95. giunzione alle strutture di sostegno intra-cellulari, non è ancora
  96. completamente chiaro.
  97. In questo caso è possibile ipotizzare, sempre utilizzando l'apparato
  98. sperimentale realizzato, una misura in cui la cinetica dell'interazione
  99. tra la proteina ZO-1 (o di un frammento di essa) con filamenti di actina
  100. viene registrata osservando, contemporaneamente, l'eventuale presenza
  101. di cingulina marcata con sonde fluorescenti in prossimità della regione
  102. di interazione (figura \ref{fig:exp_tj}).
  103. \begin{figure}[ht]
  104. \centering
  105. \includegraphics[width=0.6\linewidth]{images/exp_tj.pdf}
  106. \caption{Ipotesi di esperimento per lo studio dell'interazione tra
  107. ZO-1, actina e cingulina.}
  108. \label{fig:exp_tj}
  109. \end{figure}
  110. In conclusione, si ritiene che l'approccio sperimentale descritto in questa
  111. tesi abbia le caratteristiche necessarie per rispondere ai quesiti ancora
  112. aperti sul funzionamento, a livello molecolare, di diversi meccanismi
  113. di \textit{meccanotrasduzione}, e possa fornire misure quantitative sul
  114. rapporto tra forze esterne applicate, cinetiche di interazione e regolazione
  115. delle funzioni cellulari.